Le infezioni correlate all’assistenza ospedaliera (ICA) rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica e conferiscono all’Italia il primato in termini sia di mortalità che di costi sanitari. Si stima che nel
2050 le morti per infezioni saranno maggiori rispetto alle morti per patologie oncologiche.
Cosa sono le I.C.A.
Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (I.C.A.) sono infezioni ospedaliere determinate da un
eterogeneo insieme di condizioni differenti sotto il profilo microbiologico, fisiologico ed
epidemiologico. Sostanzialmente sono quelle infezioni che non erano presenti all’ingresso del
paziente nell’ambiente di ricovero o di assistenza, ed insorgono durante il ricovero e la degenza o,
più raramente, dopo le dimissioni del paziente.
Una volta riscontrate tali infezioni vengono complicate da errori nella scelta della profilassi
antibiotica; dalla tardiva diagnosi dell’I.C.A. o dall’ inidoneo trattamento che produce lo sviluppo di
resistenze agli antibiotici. Conseguenze queste derivanti anche da esigenze di risparmio
economico o da disfunzioni e/o carenze organizzative delle strutture sanitarie.
Statistiche
A livello statistico, in Italia si stima che ogni 100 pazienti ricoverati, circa 6,3 contraggono una
infezione durante la degenza ospedaliera e l’1% di questi muore per cause direttamente
riconducibili all’infezione stessa. Quindi circa 6.000 pazienti muoiono in un anno in conseguenza di
una infezione nosocomiale.
Dato che si stima anche, che una quota superiore al 50% delle I.C.A., sia evitabile con una corretta
adesione alle linee guida di prevenzione (60% per le infezioni del sito chirurgico) almeno 3.000
decessi sarebbero prevenibili ogni anno.
Prevedibilità ed evitabilità delle infezioni nosocomiali
Le infezioni ospedaliere rappresentano un fenomeno altamente prevedibile poiché rappresentano
le più comuni “complicanze” di intervento chirurgico. Sono tanto prevedibili quanto evitabili
seguendo le linee guida specifiche in merito alla prevenzione, atte a garantire la sterilità degli
ambienti, del personale e delle attrezzature.
Sotto il profilo della evitabilità o inevitabilità delle infezioni nosocomiali, il criterio guida deve
essere rappresentato dalle regole giuridiche vigenti in materia di responsabilità medico-sanitaria,
che ha natura contrattuale.
Ai fini del riparto dell’onere probatorio, il paziente danneggiato, deve limitarsi a provare
l’esistenza del contratto (o del contatto sociale) e l’insorgenza o l’aggravamento della patologia ed
allegare l’inadempimento idoneo a provocare il danno lamentato. Mentre la struttura sanitaria
dovrà dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni necessarie a prevenire o quantomeno
mitigare il rischio infettivo.
Risarcimento danni da infezioni ospedaliere
Prevenzione e gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie rappresentano il
contenuto dell’obbligazione che la struttura assume nei confronti del paziente, divenendo parte
del novero di prestazioni che devono essere assicurate per soddisfare il diritto alla salute.
Di conseguenza, la trasgressione del dovere di prevenire e gestire il rischio clinico costituisce
inadempimento e può comportare rilevanti effetti anche in termini risarcitori.
Le procedure risarcitorie per i danni derivanti da infezioni nosocomiali sono complesse e
necessitano di elevata specializzazione dei professionisti coinvolti (avvocati e medici legali).
Spesso, nella consapevolezza che il rischio infettivo sia ineliminabile, le compagnie assicurative
preferiscono definire in via stragiudiziale e transattiva le controversie così da evitare la creazione
di precedenti giudiziali e l’incentivo alle richieste di risarcimento del danno.
Autore: Dott.ssa Martina Rapone
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