Il Tribunale ritiene che il ricorrente abbia “intrapreso l’iniziativa giudiziaria senza la dovuta prudenza, non vagliando preventivamente le sue ragioni con una consulenza medico-legale di parte”

 

Succede a Catania nel 2011, il protagonista di questa vicenda è un paziente che sporse denuncia a chi considerava in parte responsabile di una successiva patologia.

La sentenza è del 28 gennaio scorso, a distanza di quasi otto anni dalla denuncia, il giudice del Tribunale di Catania dichiara inesistente il danno e  anzi condanna il paziente a pagare le spese legali dei quattro avvocati (del cardiologo, della struttura sanitaria e dei due assicuratori) con una somma di circa 20mila euro ciascuno.

 

Il Fatto

 

La vicenda inizia nel 2009, quando il paziente 

“si sottopone a un esame cardiologico di controllo in una nota struttura privata catanese. A distanza di un anno, dopo periodici, regolari e ulteriori visite, inizialmente eseguite dallo stesso medico e poi in altre strutture sanitarie, il paziente è sottoposto a una coronarografia. Ritenendo che il cardiologo abbia sbagliato la diagnosi, ritardato l’esame di una prova da sforzo e contribuito all’intervento, lo cita in giudizio insieme alla struttura nella quale si era sottoposto alla visita nel 2009. ”

Fonte: nurserytimes.org

 

L’errore “fatale”

L’articolo riporta che il paziente chiese danni per ben 200mila euro,  senza preoccuparsi di produrre una consulenza medica di parte, tanto da stupire persino il Tribunale che si esprime come nei titoli.

Accade infatti che  al momento della costituzione in giudizio sia il medico che struttura sanitaria negano la responsabilità, richiedendo anche il coinvolgimento dei rispettivi assicuratori nel pieno rispetto della legge che impone ai liberi professionisti di sottoscrivere polizze capaci di soddisfare eventuali danni provocati a terzi. 

Le società assicuratrici, costituitesi a loro volta, chiedono il rigetto della domanda del paziente

Il Giudice nomina un CTU, e incarica un medico legale e uno specialista di verificare le procedure, oltre che il percorso del paziente e l’attuale stato di salute.
Nel 2016 la perizia medico legale conferma l’assenza di responsabilità del medico e della struttura, confermandone la diagnosi e affermando che gli accusati non hanno colpe per i successivi problemi di salute del paziente, che con sentenza del 2018 si ritrova a dover pagare le spese a tutti i quattro avvocati delle parti coinvolte, per una somma che raggiunge i 90mila euro.

 

Un’iniziativa legale incauta, che costerà cara al malato, può essere evitata con una pre- perizia con parere vincolante dei medici di IML

 

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