[vc_row][vc_column][vc_column_text]2000 medici legali non arrivano a fine mese, i numeri di incarichi non è prestabilito e i compensi orari troppo bassi. Questa è la denuncia del sindacato che combatte per far valere i diritti dei medici legali.
Tra questi diritti si prende in considerazione quello dell’equo compenso, uno strumento introdotto dalla legge di bilancio del 2018 e di cui, ancora oggi, si aspettano i decreti attuativi.
A tal proposito, il SISMLA (Sindacato Italiano specialisti di medicina legale e delle assicurazioni) preme per far entrare i medici legali tra i professionisti che possono richiedere l’equo compenso.
«I medici legali — scrive il sindacato — sono medici che possono lavorare a partita iva, dato il loro lavoro sul fronte legale e assicurativo, e pertanto rientrerebbero a pieno diritto tra le categorie che possono richiedere l’Equo compenso. Una richiesta che va nella direzione di riconoscere non solo un salario minimo, ma anche di valorizzare una professione che si sta sempre più svilendo, soprattutto nel campo della assicurazione private, per quanto riguarda la responsabilità civile».
Le compagnie assicurative sorpassano completamente questi diritti, decidendo, loro stessi, compensi, incarichi e durata del contratto senza offrire nessuna garanzia, ma pretendendo l’esclusività. Da parte loro, però, nessun obbligo di garantire un numero di incarichi minimi mensili.
Per cui, SISMLA ha deciso di richiedere al governo “una comunicazione relativa ai criteri attuativi dell’Equo compenso, nel contesto delle iniziative politiche promosse per l’individuazione del “salario minimo” solo per attività continuative a partite Iva, non occasionali”.
Dunque, la situazione dei medici legali è preoccupante: devono lavorare molte ore per un compenso minimo. Oltre al fatto, che spesso le compagnie assicurative danno l’incarico a giovani medici legali che ancora non hanno una specializzazione. Questo va a ledere la qualità dell’attività svolta.
Il rischio è quello di vedere abbassare la qualità delle perizie e questo va a discapito del cittadino, oltre a intaccare la reputazione della compagnia.
“Urge invece ridare valore alla figura professionale, partendo dall’inserimento dei medici legali tra le categorie professionali che possono ottenere l’Equo compenso»”
Noi di Istituto Medico Legale siamo in linea con tutto ciò che il SISMLA richiede.
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Fonte: Corriere Della Sera[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]